mercoledì 7 agosto 2019

UYN Vertical Courmayeur – Mont Blanc


Siamo alla 5° edizione del Vertical Courmayeur - Mont Blanc e dopo 4 anni con il naso all’insù a vedere questi atleti che corrono verso la terrazza dei ghiacciai, decido che per la 5° edizione ci sarò anche io tra i partenti di questa gara che riscopre le origini dello Skyrunning (ovvero partire dal centro dei paesi per raggiungere la vetta delle montagne).

Anche se per questa gara si raggiungeranno “solo”, si fa per dire, i 3462m di Punta Helbronner e non arriveremo hai 4810 m del Monte Bianco, resta una gara molto dura ma che ti regala degli scorci veramente unici in vero stile SKY.

Sabato mattina alle 7.00 siamo tutti in piazza a Courmayeur per ascoltare le ultime direttive dall’organizzazione sull’uso o meno dei ramponcini, fortunatamente non servono (un peso in meno da portarmi dietro).

Manca pochissimo alle 7.30, siamo tutti schierati, in fianco a me ho la medaglia d’argento del K1000 di venerdì sera (Davide Cheraz team Salomon che il prossimo week end sarà al via della Sierra Zinal ) e davanti a me c’è Daniel Antonioli (team La Sportiva), uno dei più accreditati alla vittoria (dopo che Kilian e Nadir hanno rinunciato a prendere il via).

Finalmente il la gara ha inizio e si parte davvero a tutta corro il primo kilometro in 4’02’’ ma ovviamente sappiamo tutti che è un ritmo impensabile da tenere fino all’inizio dello sterrato, quindi mollo subito il colpo e lascio che i forti atleti al via se la vedano tra di loro mentre io cerco una certa regolarità di azione che poi mi permetta di salire agevolmente verso il rifugio Pavillon dove è posto il primo cancello orario che si chiude alle 9.30.

Dopo una dura salita, che francamente mi aspettavo più corribile, arrivo a Pavillon in circa 1 ora e 13’, qui dopo aver mangiato qualcosa al ristoro, indosso il mio caschetto e parto alla volta del pilone alto dove è posto il secondo cancello che si chiuderà alla 10.30, ma avendo circa 45’ di vantaggio sul primo cancello sono certo di passare anche il secondo, questo però non mi esime dal spingere per cercare di fare un buon tempo senza però dimenticare che dal ristoro alla cima sono solamente 3.6 km ma con uno sviluppo verticale di circa 1306 m di dislivello con una quota che passa da 2145 m a 3451 m, una cavolata insomma.

Nella salita verso l’ultimo pilone della Skyway si puo’ ben notare che il sentiero percorra un lunghissimo zig zag e salga più o meno dolcemente mentre il nostro tracciato passa sulla linea di massima pendenza.

Con l’arrivo al pilone mi mangio una barretta e mi idrato, abbandono i bastoncini all’organizzazione e (purtroppo) si abbondona anche il prato per iniziare la salita sui roccioni di granito del Monte Bianco.

La salita continua tra corde fisse, sassoni, passaggi in arrampicata, sassi che cadono e le guide alpine che incoraggiano e guidano tutti gli atleti sul sentiero e ci aiutano nei tratti più difficili ed esposti, raggiungiamo in rifugio Torino vecchio dove veniamo accolti da un gran tifo dai volontari che sono addetti al ristoro, butto giù una bustina di miele, bevo un bicchiere d’acqua e riparto subito verso il sentiero che mi porterà al rifugio Torino (ultimo step prima del sognato traguardo).

Passo in velocità il Torino Nuovo, vedo davanti a me 5 concorrenti e mi pongo l’obiettivo di andare a riprenderli e passarli, piano piano cercando di non fermarmi mai e accennando a qualche passo di corsa inizio a raggiungerli e a passarli sopravanzarli.




Dopo aver passato questi 5 vedo un altro atleta non molto distante da me, io continuo sempre con il mio passo e giungiamo alle scale per salire a Punta Helbronner praticamente appaiati, purtroppo lui riesce ad entrare all’interno del rifugio, dove dovremmo percorrere 3 tre piani di scale per poter raggiungere la terrazza dei ghiacciai più alta dove è posto l’arrivo, su queste rampe di scale è molto difficile superare quindi devo accontentarmi di restare dietro di lui!



Come prima apparizione a questo evento sono molto soddisfatto! Sono arrivato a Courmayeur con solo un’occasione di salire sopra quota 3000m con la Dolomyths Run Sky e quindi non aver patito la quota durate la gara mi da grande morale.


Giungo al traguardo dopo 3:16:22 dalla partenza di Courmayeur in 90 posizione di categoria, 235 nella generale con oltre 400 atleti al via.


Sicuramente questa è un’esperienza che mi resterà nel cuore così come l’emozione che ho provato nel raggiungere un luogo che per tantissimo tempo ho creduto fosse raggiungibile solo per gli alpinisti, ancora adesso mi fa venire la pelle d’oca al solo pensiero.

L’anno prossimo certamente sarò ancora al via di questa gara e chissà magari farò un pensiero alla combinata con il K1000 in notturna del venerdì.

Ma adesso bisogna guardare all’immediato futuro che mi vedrà al via del Gran Paradiso Raidlight Trail nel suo percorso Ultra!

Di seguito vi metto il link di un video girato con una go pro l’anno scorso dove si vede quasi interamente il percorso (quest’ è cambiato leggermente nella parte iniziale su asfalto)