venerdì 13 settembre 2019

Campionati Italiani Sprint e Long Distance


Week end in chiaro scuro quello appena trascorso in quel di Folgaria.

Ma andiamo con ordine, iniziamo dal sabato, sabato mi aspetta il campionato italiano sprint a Folgaria.

Come sempre nelle sprint ci tocca la quarantena che è sempre infinita, ma il tempo passa ed è arrivato il momento di prepararsi e iniziare il riscaldamento.

Mi scaldo per una ventina di minuti, un po’ di stretching, ed arriva il mio momento per la partenza.

Si parte, primi punti molto ravvicinati con molti sali e scendi dalle scale, non commetto errori in questa prima parte ma mi sento parecchio lento, non riesco ad anticipare bene la lettura della carta.. riesco però a leggere bene la tratta lunga che uscito dalla 4 parto deciso verso la 5 cercando di correre il più veloce possibile cercando mantenere comunque la mente sulla cartina per anticipare la successiva sequenza di punti.

Il mio piano non mi riesce proprio del tutto, corro “veloce” si (per quanto posso veloce dopo un’estate a correre sulle lunghe distanze in montagna) ma riesco ad anticipare solo due dei 3 punti che mi ero prefissato, la 8, infatti, non riesco a leggere tutta la tratta ma mi manca l’ultima parte.

La mia gara continua regolare ma sento di non essere così veloce come lo sono stato in altre sprint, in salita riesco a spingere parecchio e in discesa su asfalto non riesco ad essere così efficace come su sterrato, ma ormai quel che è fatto è fatto, ora siamo qua e vediamo di fare il 100% sempre e comunque.  Senza quasi accorgermene arrivo alle ultime tratte che in pochi punti ci fanno tornare verso la partenza.

In queste tratte continuo a correre bene senza problemi fisici, commetto probabilmente un errore per andare alla 18 in cui di passare vicino al recinto per poi risalire un pochettino e scendere nuovamente, potevo prendere la via destra e mi sarei risparmiato due curve di livello.

Ovviamente non riesco ad arrivare al traguardo senza commettere un altro errore, nella tratta 19-20 arrivo nel parcheggio tallonato da una delle sorelle Brandi (non so quale delle due non credo di riuscire a distinguerle) e vado lungo fino alla zona in magenta perdendo un po’ di tempo per girare intorno hai muretti che dividono i parcheggi.

Chiudo la mia prova in 21:35 con la 26° posizione su 45 partenti


Passiamo ora a domenica, Campionato Italiano Long Distance in quel di Millegrobbe un posto e una carta molto belli peccato che tutto è stato “rovinato” dalla pioggia e dal freddo.

Il termometro quando siamo arrivati a malga Millegrobbe segnava 5 °C, dopo un caffè e due parole con altri atleti arriva il momento di scaldarsi, mentre sono sotto la pioggia mi sento carico, le gambe sono fresche anche dopo le fatiche della sprint di sabato.

Arriva il momento di fare sul serio prendere in mano la cartina e partire, parto subito forte ma non vedo la svedese e arrivo parecchio lungo, mi tocca quindi tonare indietro, fortunata mente non incappo in altri errori prima della 1.

Parto deciso per la 2, arrivo ad un punto controllo il codice, non so cosa ho letto o cosa avevo in testa, ma alla fine riparto con l’idea che non è la mia 2 ma purtroppo era proprio lei, continuo fino ai roccioni nel verde e qui mi rendo conto di essere lungo torno indietro e ricapito ancora sul punto di prima, ricontrollo il codice e stavolta è il mio! (peccato che lo era anche prima e questa disattenzione mi è costata parecchi minuti)

Per la 3 scelgo di andare più tranquillo non voglio sbagliare anche questa, ma destino vuole che tra gli alberi caduti che ci sono a nord del punto ma subito non mi convinco di dove sono e giro li poi trovo il bandolo della matassa e mi dirigo verso il punto, trovato questo mi fermo un attimo respiro e scelgo una via per la 4, per questa tratta lunga scelgo di correre sul sentiero fino alla pista da sci per poi scendere lungo il sentiero alla curva con il verde sulla sinistra con la speranza di trovare un varco per poter scendere al punto, questo purtroppo non c’è o meglio non lo vedo e opto per il girare sul sentiero e per riattaccare il punto dal basso.

Dalla salita verso la 4 sono in compagnia di Gigi Giuliani e ci dirigiamo insieme verso la 5 anche se arrivato alla pista da sci lo perdo di vista perché io decido di scendere sul sentiero e attaccare il punto dal sentiero sotto visto che dovrebbe esserci una traccetta che sale quasi al punto, ma questa non si vede e mi vedo costretto a salire un po’ random e qui incontro nuovamente Gigi ma non mi soffermo molto su quello che fa lui ho in mente un direzione e sono deciso a non farmi sviare, 5 trovata ora sotto con la 6!

I punti 6, 7 e 8 li faccio discretamente bene per poi incasinarmi tantissimo per la 9 dove non mi torna molto la zona, dopo qualche minuto a pascolare nel bosco opto per la scelta estrema, so che la direzione è giusta verso le case, allora continuo fino alla strada per poi rientrare e trovare la 9.

Vado al cambio carta ma non riparto immediatamente con la pioggia e il freddo non riesco a piegare la carta e a leggere bene dove devo andare anche se devo andare semplicemente dritto e poi su per la collina!

In questa tratta inizio a sentire la fatica e il freddo ma le gambe sembrano rispondere ancora bene in salita e questo mi fa molto piacere arrivo alla 11 con le idee pseudo chiare sulla prima parte della tratta11 – 12, la mia scelta ricade sullo stesso sentiero che ho già percorso per andare alla 4.

Mi dirigo verso la pista da sci dove incontro forte vento gelido che mi fa perdere sensibilità alle dita ma continuo comunque a correre o una camminata veloce nei punti più duri per portarmi il prima possibile in bosco.

Fino alla 12 tutto sembrava gira tutto bene o quasi, visto che non c’ero con la testa ma è anche comprensibile è dal Nirvana Raid e dall’ allenamento di Cogne che non tengo in mano una cartina.

Passata la 13 inizia una crisi più mentale che fisica fatico a rimanere concentrato anche se la 14 la faccio bene così come gli altri punti fino alla 18 ma fino alla 17 non mi sento in condizione di condizione di continuare….

Magicamente alla 18 mi sento meglio e decido di continuare, non sono ancora pronto a mollare e non ancora preso abbastanza freddo, quindi mi faccio ancora un paio di punti in campo aperto con la pioggia che imperversa e due punti in bosco.

Alla 21 sono ancora in crisi, decido di fare ancora 22 e poi prendere una decisione, guardo la carina i punti sono ancora pochi sono “solo” 7, le gambe vogliono continuare e sono sicuro che ne hanno ancora per spingere ma proprio di testa non ci sono e so che potrei rimanere in giro ancora per tanto!

La scelta è fatta a malincuore mi ritiro sulla distanza che mi piace di più, dopo 2:34:59 mi ritiro.

Dopo aver comunicato il mio ritiro vado a cambiarmi ma le mani sono talmente intorpidite che non riesco nemmeno a slacciarmi le scarpe e nemmeno a togliermi le calze… ma dopo parecchi tentativi mi metto addosso dei panni caldi e mi metto in macchina per tornare verso casa continuando a tremare come una foglia fino a quasi a 
Rovereto.

È proprio vero… chi non ha testa ha gambe!! In un week end in cui avo le gambe e la preparazione per reggere una Long Elite non ho la testa per navigare da un punto all’altro senza commettere errori giganteschi!!

Vedremo di rifarci nelle prossime trasferte!!

mercoledì 4 settembre 2019

Gran Paradiso Raidlight Trail



Dopo una settimana di riposo dalla UYN Vertical Courmayeur – Mont Blanc passo la settimana di ferragosto Valla D’ Aosta con l’unico scopo di mettere più chilometri e più metri di dislivello possibile nelle gambe, torno a casa con 78.16 km con 5138 m di dislivello nelle gambe! Tutto questo per prepararmi hai 3300 m spalmati su 45 km del Gran Paradiso Raidlight Trail in programma il 24 di Agosto a Valsavaranche.

Venerdì 23 arrivo a Degioz dove ritiro il pacco gara e pettorale e chiedo alcune info sul percorso, lo conosco già per i ¾ ma alcune zone sono nuove per me e addirittura una e nuova per tutti in quanto è stato tracciato un nuovo sentiero e mi avvisano che il fondo in quel tratto è ancora parecchio instabile.

Io gareggerò nella gara regina, che porta punti ITRA, da 45 km… un matto? Si probabile, anzi sicuro perché solo uno non molto sano sceglie di partire alle 7 invece delle 9 e di percorre 19 km con quasi 1000 m di dislivello in più!

La notte passa in fretta e sono già le 5:00 del mattino ed è ora di fare colazione e terminare i preparativi, alle 7:00 si partirà!!

Alle 6:40 sono a Degioz e dopo 10 minuti di riscaldamento effettuo le operazioni di punzonatura e aspetto che l’ora X per dare il via alle danze, sono carico e non vedo l’ora di partire per questa avventura.

Ci schieriamo sotto l’arco gonfiabile e aspettiamo il via… attorno a me tutti chiacchierano e non sembrano molto dell’idea di partire, ma io mi isolo nel mio mondo e l’unica voce che sento è del tracciatore che da le ultime info per la gara.

Finito il briefing è ora di partire 3…2…1…Via… parto senza indugi del mio ritmo, arrivati a Tignet ci sono 2 in fuga e io sono nel gruppo di 6 subito dietro che insegue ma, per quanto mi riguarda, non credo di avere gambe per andare a prenderli o tenere un ritmo del genere in salita pian piano mi stacco ma non vado alla deriva, senza quasi accorgermene sono alla fine della prima salita ci arrivo con circa 8’ di vantaggio sul tempo di due anni fa e affronto la discesa verso Eaux Rousses senza strafare cercando comunque di tenere un buon ritmo.

Dopo un ora e poco più di corsa mi ritrovo sull’ asfalto che mi porterà all’area pic nic poco sopra Eaux Rousses e una volta attraversata ci sarà il primo ristoro dove prendo due pezzi di banana, un bicchiere di Sali e riparto.

Ancora per qualche chilometro il percorso rispecchierà quello della 26 km poi noi prenderemo la deviazione a destra verso il tratto di sentiero nuovo che hanno tracciato che ci porterà poco sopra il Camping Gran Paradiso per poi risalire un tratto di strade asfaltata fino all’attacco del sentiero che ci condurrà al rifugio Chabod.

A differenza di due anni fa non percorreremo il sentiero “classico” verso il rifugio ma quando arriviamo alla casa del guarda parco di Lavassey prenderemo il sentiero a sinistra che ci farà giungere al rifugio dall’alto, questo sentiero non l’ho mai percorso prima e ne resto piacevolmente incantato, sicuramente lo rifarò ancora anche in allenamento!

Imposto la salita cercando di mantenere un ritmo costante e cerco di mangiare, scolliniamo e in lontananza si intravede il rifugio e questo vuol dire che si scende finalmente… ma a pochi metri dal rifugio, all’ultima curva, inciampo e cado riportando qualche graffio sul lato sinistro, arrivo al rifugio mi faccio versare un po’ sul braccio, dove sanguino di più, giusto per togliere un po’ di terra, mangio qualcosa e riparto con un piccolo gruppetto alla volta del rifugio Vittorio Emanuele II.

Per giungere a questo rifugio percorreremo un sentiero in costa che attraversa un paio di pietraie e che nell’ultima parte è impegnativo dal punto di vista mentale perché dopo aver percorso circa 3 km si inizia a vedere il rifugio ma non bisogna lasciarsi andare a troppa foga perché anche se si vede la meta è ancora lontana.

Giungo finalmente al Rifugio, mangio qualcosina velocemente, metto via i bastoni e riparto per la discesa verso Pont, una discesa molto bella e tecnica in cui mi diverto sempre tanto in qualsiasi condizione di forma mi trovo!

Oggi mi sento ancora parecchio pimpante e scendo a tutta staccando quelli che ripartono con me, che non vedrò più fino al traguardo!

Durante la discesa mi riaggancio alla seconda donna con l’obiettivo di tenerla ma giunti sul piano lei riesce fare un passo più veloce mi stacca quel tanto che basta per uscire dal ristoro di Pont prima di me e così la perdo…cerco di riagganciarmi durante la saliti della poderale che doveva collegare la Valsavaranche al Col del Nivolet ma è tutto inutile!

Passata la galleria risaliamo un tratto di sentiero che ci riporta ad incrociare il tracciato della 26 km per risalire poi verso l’ultimo colle di questa gara, questa salita sembra non finire mai, il meteo è parecchio variabile, un momento è soleggiato e il momento dopo sembra che stia per diluviare, le gambe sono stanche e anche camminare è molto dispendioso e mi sembra di non procedere!

Durante la salita mi torna alla memoria la gara vertical sul Monte Bianco di qualche settimana fa dove ad un certo punto mi sono isolato totalmente da chiunque avessi attorno, cerco di fare la stessa cosa anche qui e in parte ci riesco e senza quasi accorgermene mi trovo a poche centinaia di metri dal passo.

Al passo metto i bastoni nello zaino e mi butto in discesa sulla pietraia che mi porterà verso il lago Djouan e poi alla casa del guarda parco di Oreville corro praticamente tutta la discesa, arrivati al ristoro mangio qualcosina e riparto subito per cercar di rimanere entro il mio secondo obiettivo.

Il primo era quello di giungere al traguardo entro le 7 ore e mezza ma vedo che è impossibile e allora do tutto me stesso in discesa per rimanere nelle 8 ore.

Partendo da Oreville mi aspetto una bella discesa tecnica, molto sulla verticale dove posso prendere la via più diretta e fare molta velocità anche se ho le gambe stanche.

Poco dopo, tutto quello che avevo in mente, va in fumo, il sentiero non è per nulla tecnico perché è una poderale che scende molto dolce e non finisce mai!

Da dietro mi riprende un atleta del posto che cerca di staccarmi ma resto con lui fino a quando fa l’errore di dirmi che siamo a poche centinaia di metri dalla frazione sopra la partenza, guardo l’orologio e mancano pochi minuti alle 8 ore e prendo la decisione di partire a tutta e pregare di avere ancora energie per arrivare al traguardo!

Per fortuna ne ho ancora e le gambe mi sostengono! Tiro a tutta e taglio il traguardo do 7:59:50 in 20 posizione di categoria, 42 posizione generale su 120 partenti.