mercoledì 4 dicembre 2019

Finali Coppa Italia e Campionato Italiano Sprint Relay


Come lo scorso anno, dopo la LimonExtreme, ci sono due prove del circuito Nazionale di Orienteering.

Quest’anno sarà un week end totalmente “urban”, il sabato con la finale di Coppa Italia a Peschiera del Garda e domenica il Campionato Italiano Sprint Relay a Bardolino.


Iniziamo dalla gara del sabato.
Siamo a Peschiera del Garda per una gara sprint da cui non mi aspetto molto…. 
Durante la settimana precedente alla gara mi sono guardato la carta vecchia e ho studiato un po’ tramite Google Maps ma fin da subito non mi ha impressionato come città, ma fortunatamente il tracciatore e la società organizzatrice riesce a fare una bella gare divertente e non banale aggiungendo una prima parte all’ interno di un campeggio.

La gara parte abbastanza “lenta” ma senza errori, con il passare del tempo riesco ad aumentare il ritmo mantenendo comunque una buona concentrazione fino agli ultimi punti dove trovo parecchia gente nel centro dove sposto la mia concentrazione sull’ evitare la gente.

Chiudo con un tempo di 21:02 in 36° posizione su 59° iscritti




Passiamo a Bardolino per il Campionato Italiano Sprint Relay.

Quest’anno gareggio con Stella, una giovane leva dell’Agorosso, e con Gianbattista, io faccio la seconda frazione e so bene che Stella farà del suo meglio ma so anche che quello che per noi Elite è una sprint per lei, che ancora una W14, è una gara lunga e impegnativa. Il mio obiettivo è quello di fare il massimo e cerare di riagganciare le squadre davanti a noi al cambio e fare una gara pulita.

Stella mi da il cambio in 39° posizione, io parto deciso, corro una buona prova con un buon ritmo e nessun grosso errore, chiudendo la mia prova con il 21° tempo.

Dopo la terza frazione di Gianbattista chiudiamo in 30° posizione.





giovedì 24 ottobre 2019

LimonExtreme Skyrace


Anche quest’anno partirò dal lungolago Guglielmo Marconi per affrontare il difficile e tecnico percorso della LimonExtreme che per la 7° volta consecutiva è anche la finale di Migu Run Skyrunner World Series.

In questa edizione i Top Runner prenderanno parte alla Skymaster una gara dedicata solo a chi ha preso parte al circuito di World Series e si è qualificato per questa finale, quindi non avrò la possibilità di confrontarmi con loro.

A questo giro la partenza è prevista alle 9:00, per motivi di sicurezza sarà posticipata alle 9:30 e non verrà fatta fare la salita al Monte Carone, ma comunque riusciranno a farci fare una gara di 20 Km con circa 2000m di dislivello.

Giunge il momento di partire e la tensione inizia a salire e quando ci danno il via tutto scompare, esiste solo la strada davanti a me e la voglia di spingere al massimo.


Come l’anno scorso nel tratto in mezzo a Limone si fa a spallate ad ogni curva e di certo non mi tiro indietro dal lottare per mantenere il ritmo, giunti su sentiero che si inerpica verso punta Larici cerco di alternare corsa a camminata veloce e ammetto che le sensazioni sono molto meglio di quelle dell’anno scorso.



Dopo il ristoro di punta larici parto verso la Mughera per il secondo ristoro, questo tratto è davvero bello con un sentiero abbastanza stretto, continui sali e scendi e alcune zone molto panoramiche che danno sul lago, se ovviamente le nuvole si diradassero un po’ ma anche in quelle condizioni c’è un qualcosa che mi fa di re “WOW”.

Giungo al ristoro mangio velocemente qualcosa e riparto verso la zona che a subito la variazione per motivi di sicurezza, di sicuro la salita a Monte Carone è molto bella ed impegnativa così come la discesa che segue ma devo ammettere che anche con questa variante il percorso resta altamente spettacolare.



Proprio in questo tratto mi rendo accorgo che in salita scivolo molto meno di chi è vicino e lo stesso vale in discesa così con il diminuire dei Kilometri che mi separano dal traguardo, inizio ad affrontare le salite con più aggressività e spingere sempre di più nei tratti tecnici delle discese (dove posso fare un po’ la differenza).

Pian piano salita dopo salita e discesa dopo discesa inizio a recuperare qualche posizione fino ad arrivare all’ultimo ristoro prima della Luunga discesa di quasi 7 km e mezzo che mi porterà sul lungolago.

In questa discesa non si ha mai un attimo di respiro bisogna stare sempre concentrati, scendo a tutta e inizio a recuperare parecchi atleti, alcuni dei quali mi avevano passato con parecchia foga nelle prime salite e che ora sono bloccati dai crampi, le mie gambe non sono messe meglio ma stringo i denti e continuo a spingere.

Prima di vedere il lago riesco a passare 8 persone, ma continuo a spingere anche se non so quanto se c’è ancora qualcuno davanti a me o c’è il vuoto, arrivato sulla “spiaggia” vedo altre persone non molto lontane, sono in 3, le gambe fanno male ma continuo a spingere voglio superarle o fallire nel provarci.

Li prendo e li supero tutti e vado a concludere questa mia seconda LimonExtreme in 3:47:45 chiudendo 243°/414 arrivati al traguardo (purtroppo non so quanti siano quelli che si sono ritirati) e mi piazzo in 61° posizione in M 20/29.



martedì 22 ottobre 2019

Campionato Ligure Long


Sembra un caso ma anche quest’anno per prima della Limonextreme prendo parte ad un campionato regionale Long, l’anno scorso era quello Lombardo a Ceci, quest’anno invece sono a Rovegno per quello Ligure.

Torno dopo sette anni a correre nel bosco di Annibale che mi ha visto prendere parte alla mia prima Coppa Italia.

Giungo a Rovegno con l’idea di correre con una cartina in scala 1:10000 invece scopro che correremo sul 7500, non ne sono entusiasta è parecchio tempo che non prendo in mano una cartina con quella scala, inizio il riscaldamento insieme a Guglielmo e Marco Anselmo  

La gara ha inizio e subito i primi disguidi dovuti alla scala della cartina che mi fa correre molto piano per il primo punto.

Continuo la mia gara in modo regolare con l’unica pecca che non sono per nulla preciso in zona punto (soprattutto alla 2) ma nei trasferimenti le gambe girano bene sia in salita che in discesa e senza troppo impegno per spingere.

Tra la 8 e la 9 vengo ripreso da Enrico Gottardo ma non mi affanno per stagli dietro, faccio le mie scelte, ma non riesci a staccarmi fino all’ultima tratta su sentiero dove mi davano fastidio i chiodi sotto i piedi e non ho spinto a tutta cercando di salvaguardare i piedi in vista dell’ultimo appuntamento dell’anno con le gare di Skyrace!



venerdì 13 settembre 2019

Campionati Italiani Sprint e Long Distance


Week end in chiaro scuro quello appena trascorso in quel di Folgaria.

Ma andiamo con ordine, iniziamo dal sabato, sabato mi aspetta il campionato italiano sprint a Folgaria.

Come sempre nelle sprint ci tocca la quarantena che è sempre infinita, ma il tempo passa ed è arrivato il momento di prepararsi e iniziare il riscaldamento.

Mi scaldo per una ventina di minuti, un po’ di stretching, ed arriva il mio momento per la partenza.

Si parte, primi punti molto ravvicinati con molti sali e scendi dalle scale, non commetto errori in questa prima parte ma mi sento parecchio lento, non riesco ad anticipare bene la lettura della carta.. riesco però a leggere bene la tratta lunga che uscito dalla 4 parto deciso verso la 5 cercando di correre il più veloce possibile cercando mantenere comunque la mente sulla cartina per anticipare la successiva sequenza di punti.

Il mio piano non mi riesce proprio del tutto, corro “veloce” si (per quanto posso veloce dopo un’estate a correre sulle lunghe distanze in montagna) ma riesco ad anticipare solo due dei 3 punti che mi ero prefissato, la 8, infatti, non riesco a leggere tutta la tratta ma mi manca l’ultima parte.

La mia gara continua regolare ma sento di non essere così veloce come lo sono stato in altre sprint, in salita riesco a spingere parecchio e in discesa su asfalto non riesco ad essere così efficace come su sterrato, ma ormai quel che è fatto è fatto, ora siamo qua e vediamo di fare il 100% sempre e comunque.  Senza quasi accorgermene arrivo alle ultime tratte che in pochi punti ci fanno tornare verso la partenza.

In queste tratte continuo a correre bene senza problemi fisici, commetto probabilmente un errore per andare alla 18 in cui di passare vicino al recinto per poi risalire un pochettino e scendere nuovamente, potevo prendere la via destra e mi sarei risparmiato due curve di livello.

Ovviamente non riesco ad arrivare al traguardo senza commettere un altro errore, nella tratta 19-20 arrivo nel parcheggio tallonato da una delle sorelle Brandi (non so quale delle due non credo di riuscire a distinguerle) e vado lungo fino alla zona in magenta perdendo un po’ di tempo per girare intorno hai muretti che dividono i parcheggi.

Chiudo la mia prova in 21:35 con la 26° posizione su 45 partenti


Passiamo ora a domenica, Campionato Italiano Long Distance in quel di Millegrobbe un posto e una carta molto belli peccato che tutto è stato “rovinato” dalla pioggia e dal freddo.

Il termometro quando siamo arrivati a malga Millegrobbe segnava 5 °C, dopo un caffè e due parole con altri atleti arriva il momento di scaldarsi, mentre sono sotto la pioggia mi sento carico, le gambe sono fresche anche dopo le fatiche della sprint di sabato.

Arriva il momento di fare sul serio prendere in mano la cartina e partire, parto subito forte ma non vedo la svedese e arrivo parecchio lungo, mi tocca quindi tonare indietro, fortunata mente non incappo in altri errori prima della 1.

Parto deciso per la 2, arrivo ad un punto controllo il codice, non so cosa ho letto o cosa avevo in testa, ma alla fine riparto con l’idea che non è la mia 2 ma purtroppo era proprio lei, continuo fino ai roccioni nel verde e qui mi rendo conto di essere lungo torno indietro e ricapito ancora sul punto di prima, ricontrollo il codice e stavolta è il mio! (peccato che lo era anche prima e questa disattenzione mi è costata parecchi minuti)

Per la 3 scelgo di andare più tranquillo non voglio sbagliare anche questa, ma destino vuole che tra gli alberi caduti che ci sono a nord del punto ma subito non mi convinco di dove sono e giro li poi trovo il bandolo della matassa e mi dirigo verso il punto, trovato questo mi fermo un attimo respiro e scelgo una via per la 4, per questa tratta lunga scelgo di correre sul sentiero fino alla pista da sci per poi scendere lungo il sentiero alla curva con il verde sulla sinistra con la speranza di trovare un varco per poter scendere al punto, questo purtroppo non c’è o meglio non lo vedo e opto per il girare sul sentiero e per riattaccare il punto dal basso.

Dalla salita verso la 4 sono in compagnia di Gigi Giuliani e ci dirigiamo insieme verso la 5 anche se arrivato alla pista da sci lo perdo di vista perché io decido di scendere sul sentiero e attaccare il punto dal sentiero sotto visto che dovrebbe esserci una traccetta che sale quasi al punto, ma questa non si vede e mi vedo costretto a salire un po’ random e qui incontro nuovamente Gigi ma non mi soffermo molto su quello che fa lui ho in mente un direzione e sono deciso a non farmi sviare, 5 trovata ora sotto con la 6!

I punti 6, 7 e 8 li faccio discretamente bene per poi incasinarmi tantissimo per la 9 dove non mi torna molto la zona, dopo qualche minuto a pascolare nel bosco opto per la scelta estrema, so che la direzione è giusta verso le case, allora continuo fino alla strada per poi rientrare e trovare la 9.

Vado al cambio carta ma non riparto immediatamente con la pioggia e il freddo non riesco a piegare la carta e a leggere bene dove devo andare anche se devo andare semplicemente dritto e poi su per la collina!

In questa tratta inizio a sentire la fatica e il freddo ma le gambe sembrano rispondere ancora bene in salita e questo mi fa molto piacere arrivo alla 11 con le idee pseudo chiare sulla prima parte della tratta11 – 12, la mia scelta ricade sullo stesso sentiero che ho già percorso per andare alla 4.

Mi dirigo verso la pista da sci dove incontro forte vento gelido che mi fa perdere sensibilità alle dita ma continuo comunque a correre o una camminata veloce nei punti più duri per portarmi il prima possibile in bosco.

Fino alla 12 tutto sembrava gira tutto bene o quasi, visto che non c’ero con la testa ma è anche comprensibile è dal Nirvana Raid e dall’ allenamento di Cogne che non tengo in mano una cartina.

Passata la 13 inizia una crisi più mentale che fisica fatico a rimanere concentrato anche se la 14 la faccio bene così come gli altri punti fino alla 18 ma fino alla 17 non mi sento in condizione di condizione di continuare….

Magicamente alla 18 mi sento meglio e decido di continuare, non sono ancora pronto a mollare e non ancora preso abbastanza freddo, quindi mi faccio ancora un paio di punti in campo aperto con la pioggia che imperversa e due punti in bosco.

Alla 21 sono ancora in crisi, decido di fare ancora 22 e poi prendere una decisione, guardo la carina i punti sono ancora pochi sono “solo” 7, le gambe vogliono continuare e sono sicuro che ne hanno ancora per spingere ma proprio di testa non ci sono e so che potrei rimanere in giro ancora per tanto!

La scelta è fatta a malincuore mi ritiro sulla distanza che mi piace di più, dopo 2:34:59 mi ritiro.

Dopo aver comunicato il mio ritiro vado a cambiarmi ma le mani sono talmente intorpidite che non riesco nemmeno a slacciarmi le scarpe e nemmeno a togliermi le calze… ma dopo parecchi tentativi mi metto addosso dei panni caldi e mi metto in macchina per tornare verso casa continuando a tremare come una foglia fino a quasi a 
Rovereto.

È proprio vero… chi non ha testa ha gambe!! In un week end in cui avo le gambe e la preparazione per reggere una Long Elite non ho la testa per navigare da un punto all’altro senza commettere errori giganteschi!!

Vedremo di rifarci nelle prossime trasferte!!

mercoledì 4 settembre 2019

Gran Paradiso Raidlight Trail



Dopo una settimana di riposo dalla UYN Vertical Courmayeur – Mont Blanc passo la settimana di ferragosto Valla D’ Aosta con l’unico scopo di mettere più chilometri e più metri di dislivello possibile nelle gambe, torno a casa con 78.16 km con 5138 m di dislivello nelle gambe! Tutto questo per prepararmi hai 3300 m spalmati su 45 km del Gran Paradiso Raidlight Trail in programma il 24 di Agosto a Valsavaranche.

Venerdì 23 arrivo a Degioz dove ritiro il pacco gara e pettorale e chiedo alcune info sul percorso, lo conosco già per i ¾ ma alcune zone sono nuove per me e addirittura una e nuova per tutti in quanto è stato tracciato un nuovo sentiero e mi avvisano che il fondo in quel tratto è ancora parecchio instabile.

Io gareggerò nella gara regina, che porta punti ITRA, da 45 km… un matto? Si probabile, anzi sicuro perché solo uno non molto sano sceglie di partire alle 7 invece delle 9 e di percorre 19 km con quasi 1000 m di dislivello in più!

La notte passa in fretta e sono già le 5:00 del mattino ed è ora di fare colazione e terminare i preparativi, alle 7:00 si partirà!!

Alle 6:40 sono a Degioz e dopo 10 minuti di riscaldamento effettuo le operazioni di punzonatura e aspetto che l’ora X per dare il via alle danze, sono carico e non vedo l’ora di partire per questa avventura.

Ci schieriamo sotto l’arco gonfiabile e aspettiamo il via… attorno a me tutti chiacchierano e non sembrano molto dell’idea di partire, ma io mi isolo nel mio mondo e l’unica voce che sento è del tracciatore che da le ultime info per la gara.

Finito il briefing è ora di partire 3…2…1…Via… parto senza indugi del mio ritmo, arrivati a Tignet ci sono 2 in fuga e io sono nel gruppo di 6 subito dietro che insegue ma, per quanto mi riguarda, non credo di avere gambe per andare a prenderli o tenere un ritmo del genere in salita pian piano mi stacco ma non vado alla deriva, senza quasi accorgermene sono alla fine della prima salita ci arrivo con circa 8’ di vantaggio sul tempo di due anni fa e affronto la discesa verso Eaux Rousses senza strafare cercando comunque di tenere un buon ritmo.

Dopo un ora e poco più di corsa mi ritrovo sull’ asfalto che mi porterà all’area pic nic poco sopra Eaux Rousses e una volta attraversata ci sarà il primo ristoro dove prendo due pezzi di banana, un bicchiere di Sali e riparto.

Ancora per qualche chilometro il percorso rispecchierà quello della 26 km poi noi prenderemo la deviazione a destra verso il tratto di sentiero nuovo che hanno tracciato che ci porterà poco sopra il Camping Gran Paradiso per poi risalire un tratto di strade asfaltata fino all’attacco del sentiero che ci condurrà al rifugio Chabod.

A differenza di due anni fa non percorreremo il sentiero “classico” verso il rifugio ma quando arriviamo alla casa del guarda parco di Lavassey prenderemo il sentiero a sinistra che ci farà giungere al rifugio dall’alto, questo sentiero non l’ho mai percorso prima e ne resto piacevolmente incantato, sicuramente lo rifarò ancora anche in allenamento!

Imposto la salita cercando di mantenere un ritmo costante e cerco di mangiare, scolliniamo e in lontananza si intravede il rifugio e questo vuol dire che si scende finalmente… ma a pochi metri dal rifugio, all’ultima curva, inciampo e cado riportando qualche graffio sul lato sinistro, arrivo al rifugio mi faccio versare un po’ sul braccio, dove sanguino di più, giusto per togliere un po’ di terra, mangio qualcosa e riparto con un piccolo gruppetto alla volta del rifugio Vittorio Emanuele II.

Per giungere a questo rifugio percorreremo un sentiero in costa che attraversa un paio di pietraie e che nell’ultima parte è impegnativo dal punto di vista mentale perché dopo aver percorso circa 3 km si inizia a vedere il rifugio ma non bisogna lasciarsi andare a troppa foga perché anche se si vede la meta è ancora lontana.

Giungo finalmente al Rifugio, mangio qualcosina velocemente, metto via i bastoni e riparto per la discesa verso Pont, una discesa molto bella e tecnica in cui mi diverto sempre tanto in qualsiasi condizione di forma mi trovo!

Oggi mi sento ancora parecchio pimpante e scendo a tutta staccando quelli che ripartono con me, che non vedrò più fino al traguardo!

Durante la discesa mi riaggancio alla seconda donna con l’obiettivo di tenerla ma giunti sul piano lei riesce fare un passo più veloce mi stacca quel tanto che basta per uscire dal ristoro di Pont prima di me e così la perdo…cerco di riagganciarmi durante la saliti della poderale che doveva collegare la Valsavaranche al Col del Nivolet ma è tutto inutile!

Passata la galleria risaliamo un tratto di sentiero che ci riporta ad incrociare il tracciato della 26 km per risalire poi verso l’ultimo colle di questa gara, questa salita sembra non finire mai, il meteo è parecchio variabile, un momento è soleggiato e il momento dopo sembra che stia per diluviare, le gambe sono stanche e anche camminare è molto dispendioso e mi sembra di non procedere!

Durante la salita mi torna alla memoria la gara vertical sul Monte Bianco di qualche settimana fa dove ad un certo punto mi sono isolato totalmente da chiunque avessi attorno, cerco di fare la stessa cosa anche qui e in parte ci riesco e senza quasi accorgermene mi trovo a poche centinaia di metri dal passo.

Al passo metto i bastoni nello zaino e mi butto in discesa sulla pietraia che mi porterà verso il lago Djouan e poi alla casa del guarda parco di Oreville corro praticamente tutta la discesa, arrivati al ristoro mangio qualcosina e riparto subito per cercar di rimanere entro il mio secondo obiettivo.

Il primo era quello di giungere al traguardo entro le 7 ore e mezza ma vedo che è impossibile e allora do tutto me stesso in discesa per rimanere nelle 8 ore.

Partendo da Oreville mi aspetto una bella discesa tecnica, molto sulla verticale dove posso prendere la via più diretta e fare molta velocità anche se ho le gambe stanche.

Poco dopo, tutto quello che avevo in mente, va in fumo, il sentiero non è per nulla tecnico perché è una poderale che scende molto dolce e non finisce mai!

Da dietro mi riprende un atleta del posto che cerca di staccarmi ma resto con lui fino a quando fa l’errore di dirmi che siamo a poche centinaia di metri dalla frazione sopra la partenza, guardo l’orologio e mancano pochi minuti alle 8 ore e prendo la decisione di partire a tutta e pregare di avere ancora energie per arrivare al traguardo!

Per fortuna ne ho ancora e le gambe mi sostengono! Tiro a tutta e taglio il traguardo do 7:59:50 in 20 posizione di categoria, 42 posizione generale su 120 partenti.




mercoledì 7 agosto 2019

UYN Vertical Courmayeur – Mont Blanc


Siamo alla 5° edizione del Vertical Courmayeur - Mont Blanc e dopo 4 anni con il naso all’insù a vedere questi atleti che corrono verso la terrazza dei ghiacciai, decido che per la 5° edizione ci sarò anche io tra i partenti di questa gara che riscopre le origini dello Skyrunning (ovvero partire dal centro dei paesi per raggiungere la vetta delle montagne).

Anche se per questa gara si raggiungeranno “solo”, si fa per dire, i 3462m di Punta Helbronner e non arriveremo hai 4810 m del Monte Bianco, resta una gara molto dura ma che ti regala degli scorci veramente unici in vero stile SKY.

Sabato mattina alle 7.00 siamo tutti in piazza a Courmayeur per ascoltare le ultime direttive dall’organizzazione sull’uso o meno dei ramponcini, fortunatamente non servono (un peso in meno da portarmi dietro).

Manca pochissimo alle 7.30, siamo tutti schierati, in fianco a me ho la medaglia d’argento del K1000 di venerdì sera (Davide Cheraz team Salomon che il prossimo week end sarà al via della Sierra Zinal ) e davanti a me c’è Daniel Antonioli (team La Sportiva), uno dei più accreditati alla vittoria (dopo che Kilian e Nadir hanno rinunciato a prendere il via).

Finalmente il la gara ha inizio e si parte davvero a tutta corro il primo kilometro in 4’02’’ ma ovviamente sappiamo tutti che è un ritmo impensabile da tenere fino all’inizio dello sterrato, quindi mollo subito il colpo e lascio che i forti atleti al via se la vedano tra di loro mentre io cerco una certa regolarità di azione che poi mi permetta di salire agevolmente verso il rifugio Pavillon dove è posto il primo cancello orario che si chiude alle 9.30.

Dopo una dura salita, che francamente mi aspettavo più corribile, arrivo a Pavillon in circa 1 ora e 13’, qui dopo aver mangiato qualcosa al ristoro, indosso il mio caschetto e parto alla volta del pilone alto dove è posto il secondo cancello che si chiuderà alla 10.30, ma avendo circa 45’ di vantaggio sul primo cancello sono certo di passare anche il secondo, questo però non mi esime dal spingere per cercare di fare un buon tempo senza però dimenticare che dal ristoro alla cima sono solamente 3.6 km ma con uno sviluppo verticale di circa 1306 m di dislivello con una quota che passa da 2145 m a 3451 m, una cavolata insomma.

Nella salita verso l’ultimo pilone della Skyway si puo’ ben notare che il sentiero percorra un lunghissimo zig zag e salga più o meno dolcemente mentre il nostro tracciato passa sulla linea di massima pendenza.

Con l’arrivo al pilone mi mangio una barretta e mi idrato, abbandono i bastoncini all’organizzazione e (purtroppo) si abbondona anche il prato per iniziare la salita sui roccioni di granito del Monte Bianco.

La salita continua tra corde fisse, sassoni, passaggi in arrampicata, sassi che cadono e le guide alpine che incoraggiano e guidano tutti gli atleti sul sentiero e ci aiutano nei tratti più difficili ed esposti, raggiungiamo in rifugio Torino vecchio dove veniamo accolti da un gran tifo dai volontari che sono addetti al ristoro, butto giù una bustina di miele, bevo un bicchiere d’acqua e riparto subito verso il sentiero che mi porterà al rifugio Torino (ultimo step prima del sognato traguardo).

Passo in velocità il Torino Nuovo, vedo davanti a me 5 concorrenti e mi pongo l’obiettivo di andare a riprenderli e passarli, piano piano cercando di non fermarmi mai e accennando a qualche passo di corsa inizio a raggiungerli e a passarli sopravanzarli.




Dopo aver passato questi 5 vedo un altro atleta non molto distante da me, io continuo sempre con il mio passo e giungiamo alle scale per salire a Punta Helbronner praticamente appaiati, purtroppo lui riesce ad entrare all’interno del rifugio, dove dovremmo percorrere 3 tre piani di scale per poter raggiungere la terrazza dei ghiacciai più alta dove è posto l’arrivo, su queste rampe di scale è molto difficile superare quindi devo accontentarmi di restare dietro di lui!



Come prima apparizione a questo evento sono molto soddisfatto! Sono arrivato a Courmayeur con solo un’occasione di salire sopra quota 3000m con la Dolomyths Run Sky e quindi non aver patito la quota durate la gara mi da grande morale.


Giungo al traguardo dopo 3:16:22 dalla partenza di Courmayeur in 90 posizione di categoria, 235 nella generale con oltre 400 atleti al via.


Sicuramente questa è un’esperienza che mi resterà nel cuore così come l’emozione che ho provato nel raggiungere un luogo che per tantissimo tempo ho creduto fosse raggiungibile solo per gli alpinisti, ancora adesso mi fa venire la pelle d’oca al solo pensiero.

L’anno prossimo certamente sarò ancora al via di questa gara e chissà magari farò un pensiero alla combinata con il K1000 in notturna del venerdì.

Ma adesso bisogna guardare all’immediato futuro che mi vedrà al via del Gran Paradiso Raidlight Trail nel suo percorso Ultra!

Di seguito vi metto il link di un video girato con una go pro l’anno scorso dove si vede quasi interamente il percorso (quest’ è cambiato leggermente nella parte iniziale su asfalto)




venerdì 26 luglio 2019

Dolomyths run Sky 2019


Ebbene si ci sono ri-cascato anche quest’anno…sono di nuovo in quel di Canazei per prendere parte alla Dolomyths Run Skyrace che quest’anno è entrata a far parte della Golden Trail World Series, unica tappa italiana tra quelle in programma!

Parto da casa venerdì 19 alla volta della val di Fassa dopo 5 ore di viaggio giungo a Canazei e mi sento già il clima della grandissima competizione a cui prendo parte.

Siamo già Sabato mattina e dopo un giro sulla Marmolada ritorno verso Canazei per ritirare il pacco gara con il pettorale e gli adesivi per i bastoncini (anche quest’anno come nel 2018 dobbiamo lasciarli alla Forcella Pordoi)

La giornata di Sabato passa molto velocemente e alle 18 mi presento in Piazza Marconi per la grande festa che è la presentazione della gara e dei migliori 10 uomini e donne pretendenti alla vittoria!

Finita la presentazione inizia a piovere e decido di saltare il briefing che tanto non c’è nulla di nuovo dall’anno precedente e comunque la notte è lunga e se il tempo inclemente ci impedirà di andare in cima alla piramide del Piz Boè ci verrà detto prima della partenza!

Domenica mattina sveglia presto per terminare gli ultimi preparativi e fare una buona colazione. Anche sa la sveglia è stata “all’alba”, in un batter d’occhio sono già le 7.15 ed è ora di andare in Piazza per vedere che news ci sono dal Pordoi dopo una notte in cui è piovuto parecchio, giunto in partenza, a parte una temperatura non caldissima sembra tutto regolare si arriverà in CIMA!!!

I minuti passano e la piazza si riempie di atleti pronti a darsi battaglia sui 22 Km del percorso di gara, tra la folla si sente parlare di ogni cosa, da chi prega a fin che il sole asciughi le rocce dopo il rifugio Boè, altri che per non pensare alla fatica che andranno a fare parlano delle prossime gare a cui sono iscritti…

Tutte queste parole scompaiono quando lo speaker annuncia che mancano 2 minuti alla partenza e tutti iniziano a cercare la propria concentrazione e si attende l’arrivo dell’elicottero che riprenderà la gara per la diretta live streaming…

Tutto è pronto, la musica si alza, il countdown ha inizio….5…4…3…2…1…viaaaaa in partenza vedo la fortissima orientista Judith Wider che cade poche persona davanti a me la evitiamo ma lei si alza velocissima e inizia la sua rincorsa alla testa del gruppo, io parto con un buon ritmo ma ( almeno così credo) più lento di quello del 2018, ma è solo un’apparenza giungerò a passo Pordoi con circa 1 minuto di vantaggio sul mio tempo dello scorso anno!



Arrivato al passo bevo solo un bicchiere di sali e mangio un pezzo di banana e riparto subito alla volta della Forcella dove mi attendono le famose Z su cui l’anno scorso ho fatto parecchio fatica ma quest’anno trovo fin da subito un buon ritmo e cerco di salire in modo continuo senza fermarmi e senza fare grosse accelerazioni, voglio mantenere 
un po’ di energie per la successiva salita e soprattutto per i 12 km di discesa.

Finalmente sono al tratto finale del sentiero che conduce fuori dal Couloir dell’ inferno, con un grandissimo Maurizio Torri ( speaker di Sport di Montagna) che ci spinge, ci incita a non mollare mai e anche quest’anno l’organizzazione non ci ha fatto mancare il famoso passaggio trai due muri di neve che rende ancora tutto più bello.




Arrivato in cima lascio i bastoncini, mangio qualcosa e riparto alla volta del Rifugio Capanna Piz Fassa (3152) punto più alto della gara, nel tratto di trasferimento ‘’ in piano’’ c’è parecchia neve che mi rallenta un po’ ma allo stesso tempo mi permette di riprendere fiato e rinfrescarmi i piedi per poi attaccare sempre con regolarità la salita al rifugio. In questa ascensione parecchia gente mi sorpassa ma molti di questi li vedrò al rifugio che stentano a ripartire mentre arrivato in cima bevo e magio qualcosa e mi lanci subito in discesa recuperando alcune posizioni perse nella salta, sento che le gambe stanno bene e dopo aver passato le scalette inizio a spingere fino al rifugio Boè dove mi concedo un bicchier d’acqua per poi ripartire.






Ripartendo verso l’ultima “cima” prima di iniziare la picchiata in val Lasties e inizio a sentire qualche crampo ma passano quasi subito appena dopo la sosta in cui mi sono tolto un po’ di sassolini da una scarpa, con le gambe “a posto” (per quanto possono esserlo) inizio la discesa verso Canazei.

Dopo la delusione dell’anno scorso in cui ho fatto una faticaccia a scendere, quest’anno sento le gambe più reattive e fresche, mi lascio andare e scendo a tutta cercando di frenare il meno possibile e lasciar girare le gambe e cosi va tutto bene fino all’ultimo ristoro di Pian Schiavaneis dove fatico un po’ a riprendere il ritmo forse non avrei dovuto fermarmi, ma in quel momento mi sembrava la cosa migliore da fare per riprendere un po’ di energie in vista dei chilometri finali.

Dopo aver ripreso un’andatura decente devo affrontare l’ultimo strappo in salita di giornata e per poi entrare in un bosco con un sentiero parecchio bagnato e con mille insidie dovute hai sassi e alle radici bagnate ma mi sento a mio agio e recupero alcune posizioni.

Arrivo nell’ultimo chilometro e due atleti da dietro mi passano ma non gli lascio prendere il largo e appena arriviamo sull’asfalto inizio a spingere e raggiungo due atleti davanti a me, poi arrivo sul rettilineo finale in cui l’atleta davanti a me prende per mano i suoi bimbi e corre l’arrivo con loro mentre io e un altro lo passiamo sui lati esterni e tiriamo fuori tutto quello che avevamo per uno sprint che sembrava non terminare mai!



Chiudo la mia prova in 3:36:22, 13 minuti in meno sul tempo del 2018, ed entro nei 
primi 400 uomini chiudendo al 395° posto.

Ora la mia attenzione volge alla prossima gara che sarà il 3/8 a Courmayeur da cui partirò per la Mont Blanc Skyrace.

giovedì 4 luglio 2019

Nirvana Raid 2019 Monte Palanzone


Anche quest’anno siamo sono al via del Nirvana Raid, sempre con il mio compagno di squadra Lorenzo per formare l’ormai rodato Team degli Aggressive Panda 2 e sempre (ovviamente sul percorso Pro o Elite che dir si voglia).

Quest’anno ci troviamo a Caglio (CO) con un discreto numero di partenti!
Subito si nota l’assenza del Team super favorito di sempre formato da Emiliano Corona (impegnato nella preparazione di un Trail in quel di Cortina) e Andrea Villa (reclutato dall’ organizzazione)

Se nell’edizione 2018 eravamo i principali avversari della copia Corona-Villa, gara chiusa poi al secondo posto, in questa edizione, invece, secondo me eravamo tra le due copie che potevano lottare per la vittoria ma la condizione fisica, di sicuro non quella del 2018 sia per me che per Lorenzo, ma siamo pronti a dare tutto per conquistare un posto sul podio e rendere la vita dura alle altre squadre.



In partenza ero pronto per una partenza a tutta come l’anno scorso ma subito vedo che Lorenzo non è della stessa idea e che anche gli altri erano timorosi come se aspettassero che qualcuno partisse… chissà forse se fossimo partiti cattivi sarebbe stata una gara diversa, ma questo non possiamo saperlo!



Nella prima discesa si avvantaggiano due copie io allungo leggermente sul mio compagno (sempre rimanendo a vista) per capire l’entità della fuga (in pratica c’è da preoccuparsi o no?)

Arrivati nella gola che porta alla 1, in teoria dovremmo vederli uscire, ma capiamo che è successo qualcosa tra i 4 in fuga e che hanno mancato il bivio, anche perché mentre lasciamo la 1 li vediamo arrivare con tutti gli altri.

Partiamo verso la due facendo subito un bel taglio che ci porta sul sentiero alto per evitarci una rampata assurda da fare all’ inizio così abbiamo potuto far girare le gambe senza stressarle particolarmente fino alla 2.

La tratta per la 3 scegliamo la via dei due tagli in bosco e notiamo che i due in Blu, così li definiamo in gara non essendo facce note al traguardo scopriremo che sono la copia della Pattuglia alpina snc Bellagio, hanno un bel passo e non sono da sottovalutare. Loro scegliendo il sentiero arrivano poco prima di noi al punto ma mentre io facevo ritmo in salita Lorenzo ha guardato la tratta per la 4 e ci lanciamo subito in discesa senza troppa esitazione mentre loro sono un po’ titubanti e ci riportiamo in testa. 

Andando alla 4 commettiamo un errore ingenuo ci tocca oltrepassare un avvallamento ma poco importa a livello di classifica i blu hanno sbagliato parecchio più di noi, li vedremo salire da dove noi scendiamo per andare alla 5, ma sulle gambe rischia di pesare questo dislivello gratuito.

Punti 5 e 6 sono molto semplici e non commettiamo errori, ma entrambi abbiamo in mente una sola cosa il cancello orario del punto 7, salendo alla 6 noto che abbiamo ampio margine ma stiamo andando così bene non vedo il motivo per cui dovremmo cambiare qualcosa.

Giungiamo alla 7 con circa un ora di anticipo e per primi inseguiti da vicini dalla copia del Fiocco rosso e dai Freemind-Nirvana.

Nella tratta 7-8 andiamo costanti e manteniamo il vantaggio preso uscendo dalla 7 ma poco dopo la 8 siamo agganciati dalle due copie inseguitrici ma siamo convinti che la nostra conoscenza dell’orienteering ci dia un grosso vantaggio su queste due copie, palesemente con più gamba di noi!

Abbia la conferma della nostra teoria alla 9 e alla 10!

Alla 9 tutti scegliamo di prenderla dal Bolettone i nostri 4 compagni di viaggio ovviamente arrivano in cima prima di noi ma al punto arriviamo prima noi quasi non ce lo aspettavamo neanche noi da quanta precisone abbiamo avuto.

Poi partiamo per la 10 scegliamo (ovviamente) la via che passa vicino al rifugio Capanna Mara, proprio in prossimità del rifugio veniamo sopravanzati da Ponteri-Manfrin gli stiamo attaccati per un po’ ma poi decidiamo di lasciarli andare e nel tratto di discesa prima della salita al punto iniziamo a valutare la tattica per fare rifornimento di acqua e scegliere il percorso ottimale per i punti successivi.

Anche in questo punto (incredibilmente) arriviamo per primi sul punto.

Partiamo per la 10 praticamente in compagnia di Ponteri e socio, durante la lunga salita di riprendono i nostri compagni di società Krajcikova e Krajcik, tutti e 6 insieme ci dirigiamo alla 10!

Dopo la 10 è iniziata una sorta di crisi per me, faticavo ad andare avanti e avevo qualche crampo e così per tutta la tratta 10-11 poi piano piano mi sono ripreso, abbiamo optato per una sosta al rifugio Capanna Mara dove Lorenzo ha fatto un po’ di rifornimento, mentre io attendo il rifugio Riella per riempire la mia sacca e bagnarmi un po’ la testa. Già dopo la ripartenza dal primo rifugio mi sentivo decisamente meglio ancora qualche crampo ma nulla di che, ripartiti in salita dal rifugio Riella mi sento ancora meglio e salgo verso il Palanzone con un buon ritmo, senza correre ma comunque di buona lena.

Arrivati in cima ci godiamo la vista, ormai sappiamo che i primi non saremmo riusciti a prenderli anche perché entrambi eravamo abbastanza sul cotto!



Affrontiamo la discesa dalla cima con molta cautela per evitare altri inconvenienti ma, terminata la  riprendiamo la corsa e andiamo senza inconvenienti fino in zona 14 dove incrociamo la coppia formata da Irene Pozzebon e Giuseppe Magenes, arriviamo in zona 14, sappiamo che dobbiamo cercare un ‘’buco’’ ma sinceramente non me lo aspettavo così profondo! 

Li sul bordo valutiamo su chi deve scendere…e alla fine tocca a Lorenzo che è andato in crisi prima di me, ma era parecchio che stava “bene”, per quanto si possa stare bene dopo 27/28 km, mentre io ne ero appena uscito e la paura di ricascarci subito e compromettere la gara era troppa!

Dopo “il viaggio al centro della terra” di Lorenzo riprendiamo, e inanelliamo la 15 e la 16 senza problemi, poi usciamo sulla strada che attraversa i campi e che ci porterebbe verso la 17 e poi il traguardo, prendo subito un buon ritmo, mi volto e vedo che Lorenzo sta perdendo metri e subito alzo il piede dall’acceleratore e lo aspetto e insieme corriamo fino alla fine per portarci a casa anche quest’anno il secondo posto!



Un secondo posto più amaro di quello dell’anno scorso ma comunque un secondo posto che abbiamo conquistato dando tutto senza risparmiarci e questo mi rende molto felice!



L’anno prossimo saremo (spero) più pronti per poter lottare più a lungo per la vittoria!
Gara conclusa in 6:32:54

Ora ci si riprende e poi sotto ad allenarsi per la mia seconda Dolomithrun Sky e la mia prima Mont Blanc Skyrace



lunedì 27 maggio 2019

4° prova di Coppa Italia Long


Siamo a domenica mattina, la caviglia non sembra gonfia e non mi fa neanche tanto male.

Dopo colazione faccio una buona cavigliera con il tape, talmente buona che al mio arrivo dopo la gara non aveva fatto nemmeno una piega, ma mi riservo di decidere il da farsi solo in campo gara.

Arrivato al ritrovo inizio a prepararmi e mi sento deciso nel prendere parte alla gara anche se in questa situazione, molte persone “normali” saranno lì per dire: “ma chi te lo fa fare di partire sotto il diluvio con una caviglia non al 100% per di più in una gara long”,  beh visto che io normale non lo sono e men che meno sano di mente, allaccio per bene le scarpe e con una corsetta leggera mi avvio verso partenza cercando di scaldare al meglio la caviglia.

Arrivo in partenza e devo attendere solo pochi minuti prima del via, parto con un ritmo costante e facendo scelte sicure, come il giorno prima, ma l’obiettivo di oggi è finire la gara senza lasciarci la caviglia già infortunata o peggio ancora l’altra, poi se riesco anche non arrivare ultimo sarebbe una bella soddisfazione.

Tutto bene fino alla tratta 4-5 dove mi rendo conto di quanto avessi fatto bene il giorno prima a non fare la tratta 5-6 (della middle) stando nel bosco ma prendendola dal sentiero, oggi invece sono obbligato a scegliere la via nel bosco perché salire o scendere sarebbe stato troppo dispendioso, in altre occasioni con condizioni meteo e fisiche diverse… chissà forse sarei sceso.

Per il resto la gara continua regolare praticamente senza errori, peccato per le tratte lunghe con scelte scontate, anche se nella tratta di ritorno verso l’arrivo scelgo volutamente la tratta che mi fa restare su sentiero senza scendere sulla strada (nettamente la scelta più veloce).

Unico vero errore della gara è al punto 21, dove entra in gioca anche la stanchezza, non riesco a capire bene dove entro in bosco e giro un pochino più alto cercando di individuare qualcosa che mi faccia dire “ecco!! Sono qua!” ma questo momento non arriva e se non fosse stato per l’ arrivo di Roberto Dallavalle sarei stato ancora li un bel po’ di tempo.


Chiudo la mia prova in 2:16:35 con il 28° tempo ( non ultimo di classifica)





lunedì 20 maggio 2019

3° Coppa Italia middle Altopiano della Vigolana


Terzo Week end di gare nazionali, a sto giro siamo sull’ altopiano della Vigolana, e non poteva che piove come ormai da prassi in quest’ anno anomalo.

Sono carichissimo per il week end che inizialmente doveva essere di due gare middle, ma due settimane fa a Carpegna mi è giunta voce che, su richiesta del tecnico della nazionale assoluta (Mikhail Mamleev) la middle dalla domenica, per categorie interessate dalle selezioni per la squadra nazionali, diventerà una Long!!!

Sabato gara middle su un terreno molto bello con cui trovo subito un buon feeling, il fisico sembra assistermi e rispondere bene alla voglia di spingere a tutta!

Di solito inizio il racconto della mia gara con i primi punti fatti bene e poi subito l’errore ma non questa volta, parto bene deciso e tutto mi viene incontro proprio come mi aspetto non commetto errori e arrivo sempre bene sui punti.

Alla 3 posso testare un po’ la mia condizione in salita (che sicuramente dovrà migliorare ancora parecchio prima delle Sky) corro tutta la tratta 2-3 e le sensazioni sono state decenti, dire buone è forse troppo.

Su consiglio del mio Coach, dopo aver appurato nelle gare precedenti che fisicamente posso fare buone gare, faccio scelte sicure anche se mi costa fare più dislivello o più metri ma che mi permettano di corre in maniera più fluida e ad un ritmo più elevato. 

Nel post gara queste scelte mi daranno ragione, per esempio nella tratta 5-6 io sono 
salito e lì ho fatta dal sentiero e sentendo i miei compagni di squadra che sono passati nel vallo dicevano che era più profondo di quanto pensavano e hanno perso parecchio tempo.

L’unico errore della gara lo commetto alla 7 in cui mi faccio portare un po’ troppo basso della costa e arrivo leggermente lungo e basso ma prontamente ho rimediato.

Continuo a spingere mantenendo un buon contatto con la carta, era troppo bello per essere vero, poco prima della 12 mi prendo una storta sulla caviglia destra, cerco di non fermarmi co si mantenerla calda, ci riesco e ritrovo anche un buon ritmo ma alla uscendo dalla 18 verso il sentiero ne prendo un'altra, sempre sulla stessa caviglia ovviamente, questa la sento di più ed impiego tutta la salita per tornare a correre.

Anche da questa mi riprendo abbastanza bene ma non ho più l’aggressività di inizio gara. E la mia testa volge già alla gara della domenica a cui tenevo parecchio, fortunatamente questa distrazione non mi porta a commettere errori.

Queste due scavigliete sono le uniche pecche di una gara dove stavo andando bene.

Chiudo la mia gara con il 28° tempo in 1:04:49