martedì 1 agosto 2017

Ultra Trail Gran Paradiso

Dopo il bel week end di orienteering tra le quasi sconosciute Pale di San Martino, metto da parte bussola, si-card e scarpe chiodate per riprendere l’attrezzatura da trail per una nuova avventura sulle montagne che, dopo il Monte Bianco, mi hanno visto crescere, sto parlando del Gran Paradiso in particolare della Valsavaranche.

L’avventura consiste nel prendere parte alla mia prima gara di ultra trail al cospetto dell’ unico 4000 interamente su territorio italiano e all’ interno di uno dei parchi nazionali più belli d’Italia.

Già da quando mi sono iscritto alla gara sapevo che sarebbe stata una gara molto difficile non solo perché prevede un percorso di 45 km con 3300 m di dislivello positivo ma perché il percorso presenta tratti abbastanza tecnici in mezzo a pietraie, ma questo fa parte dell’avventura, e io sono pronto ad affrontarle.





4:50 suona sa sveglia che mi avverte che il gran giorno è arrivato e che è ora di fare sul serio, mentre mangio un bel panino con il prosciutto cotto inizio a farmi la cavigliera con il tape, che tanto so che non durerà molto ma temo di non riuscire a passare il cancello orario quindi sono pronto a prendermi dei gran rischi in discesa per restare nelle 7 ore e 30'.

5:30 si ricontrolla tutto il materiale obbligatorio per non dimenticare nulla, tutto è pronto ma mi resta ancora un dubbio…. Termica o maniche corte ? La temperatura esterna è bella frizzante 4°C in campeggio, opto per tenere la termica e di rimandare la decisione prima della partenza. SI PARTE ALLA VOLTA DI DEGIOZ!

5:55 arrivato in paese la temperatura non è cambiata di molto, siamo sui 6°C, ma prendo una decisione un po’ azzardata, mi tolgo la termica e decido di partire con la mezza manica, ma vedo che non sono l’unico e questo mi consola non sono l’ unico matto o scemo a seconda dei punti di vista. 

6:00 Finalmente si parte, come d’abitudine parto in prima fila, e mi metto subito in 
coda al gruppetto formato dallo svizzero Gabioud e agli italiani Cheraz Davide ( che vincerà la gara), Matthieu e Bruno Brunod ( quest’ultimo detentore del record di salita/discesa dal Cervino prima di Kilian) che fin da subito impongono un ritmo altissimo, fin che le pendenze non si fanno eccessivo non ho problemi a mantenermi in coda al gruppo, ma appena si inizia a salire verso il casolare del Levionaz li lascio andare e prendo il mio passo e vado su regolare senza strafare è solo la prima di molte salite impegnative.


Verso la fine della salita inizia farmi male la testa probabilmente dovuto all’ aumento di quota e il gran caldo umido patito nel bosco durante la salita ma mancano solo due tornanti, si vede già la fine del bosco che significa anche che la salita è finita, lasciato il bosco si respira finalmente aria fresca, un sorso d’acqua e via in discesa a tutta, mi sento bene e recupero qualche posizione senza impegnarmi troppo arrivati al primo ristoro (dopo 1:15 circa di gara ) mi fermo per mangiare qualcosa e per trovare la forza mentale per affrontare i quasi 3km di asfalto che mi porteranno all’attacco del Rifugio Chabod.

1:40:30 di gara inizia la salita al rifugio Chabod una salita di quasi 5km con 914 m di dislivello che si inizialmente si articola su una mulattiera all’ interno di un bellisimo bosco di conifere fino a poco prima del casotto del guardaparco di Lavassey dove si torna su un classico sentiero di terra battuta misto sassi.
Terminato il bosco, il sentiero sale dolcemente con lunghe S, ma questo solo in teoria perché che ha tracciato il percorso ha deciso di farci salire per la massima pendenza fino al rifugio. Una salita davvero faticosa ma resa magica dal panorama che avevo di fronte quelle poche volte che riuscivo ad alzare la testa da terra.
Finalmente arrivo al rifugio e sono accolto calorosamente del cane del gestore che mi accompagna fino al tavolo del ristoro dove ad attendermi ci sono diverse torte, cioccolato e altre cose stuzzicanti, ma non posso fermarmi molto, una volta che ho ripreso le forze ( quelle mentali almeno, quelle fisiche son quel che sono) scendo dal cucuzzolo su cui è situato il rifugio per affrontare una lunga ma dolce salita ( con qualche strappetto verso i 2730m del rifugio Vittorio Emanuele II.

La traversata la conosco bene ma nel primo pezzo si snoda tra delle morene e il sentiero non è ben visibile e bisogna cercare le bandierine che non si vedono molto ma i segnali del sentiero si vedono abbastanza bene uscito da questa zona mi aspetta una prima pietraia e il sentiero sparisce un'altra volta ma lo si vede in lontananza e per oltrepassarla punto dritto al sentiero e non mi pongo il problema di essere sul sentiero.
Continuano i Sali e scendi, recupero un altro atleta, che vedendo in lontananza il rifugio aumenta il passo ma non sa che da quel punto ci sono ancora almeno 3 vallette, io continuo con il mio passo e dopo 800/900 m lo riprendo e sconsolato mi si accoda fino al rampone prima della punto ristoro al rifugio dove io lo stacco mantenendo una buona costanza di corsa/camminata.


Al ristoro mangio del formaggio e bevo dell’ acqua e un po’ di coca cola poi riparto verso il campeggio di Pont dove mi attende il cancello orario ma sono ampiamente nei tempi quindi non c’è motivo di forzare la discesa prendendomi dei rischi inutili.
Passo il cancello orario con 2 ore e 20  circa di vantaggio sul tempo limite questo mi da morale e dopo aver mangiato qualcosa riparto come se i primi 26 km non ci siano mai stati e in un batter d’occhio sono alla croce del Roley.

Da qui fino al casotto di Pian Borgno sembra non arrivare mai, la salita è impegnativa e il sentiero stretto non consente agli escursionisti di spostarsi facilmente per lasciarmi passare questo mi porta a cambiare spesso ritmo impedendomi di fare una salita regolare, al casolare di Pian Borgno (solo ristoro idrico) mi disseto, mangio una bustina di miele monodose e finisco una barretta iniziata nella salita alla croce del Roley  e riparto subito verso il Meyen (punto di incontro tra la 45 e la 25 km.

Per arrivare in questo vallone c’è tutta una zona di falso piano in cui ( con il senno di poi) avrei potuto corricchiare un po’ di più ma sapevo che mi mancava di sicuro una discesa tecnica in una pietraia per arrivare ai laghi Djouan  e a logica una discesa prima e una salita dopo per entrare ed uscire dalla valle del Meyen (sarà proprio così) quindi decido di prendermela con relativa calma per non disfare le gambe ancora di più.

Arrivo finalmente in cima alla pietraia che sovrasta i laghi e mi sento sollevato perché da li in poi sarà solo discesa, mi lancio ( per quanto possibile) in discesa ma fin da subito mi rendo conto che è molto più tecnica di come me l’ero immaginata e per ben due volte il sentiero si perde sui sassi e dall’ alto non si vedevano i segni gialli che indicano il sentiero ma la voce di due addetti al percorso mi guidano sulla giusta via e arrivo finalmente hai prati limitrofi ai laghi ma purtroppo mi sono giocato parte dell’energie nella discesa, decido allora di camminare più o meno fino all’ alpe Djouan/casotto di Oreville  così da ritrovare un po’ di forze per l’ ultima discesa e il successivo “piano “ che mi avrebbe riportato a Degioz!


La scelta è stata delle migliori perché due atlete mi passano tratto in cui cammino una della 25 km e una della 45, quest’ ultima riparte dall’ ultimo ristoro 2’ prima di me mentre io mi idratavo e facevo un po’ di stretching una volta ripartito mi sento molto bene e ( come un anno prima a GTC ) faccio una discesa molto veloce e la riprendo e la stacco prima del centro abitato i Creton ( dove termina la discesa in bosco), qui ad una fontana mi disseto cammino per 500/600m metri poi torno a corricchiare senza spingere troppo fin che non vedo un atleta davanti a me e decido di spingere poi scoprirò che era solo uno che corricchiava e non centrava nulla con noi ma a quel punto vedevo l’arco di arrivo e continuo a spingere per provare a terminare sotto le 10 ore cosa che al momento sembrava irraggiungibile anche perché avevo perso la concezione del tempo quando l’orologio mi ha abbandonato al Meyen, al traguardo lo speker annuncia il mio tempo e con grande mia sorpresa 9:51:32!





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