Ebbene si ci
sono ri-cascato anche quest’anno…sono di nuovo in quel di Canazei per prendere
parte alla Dolomyths Run Skyrace che quest’anno è entrata a far parte della
Golden Trail World Series, unica tappa italiana tra quelle in programma!
Parto da
casa venerdì 19 alla volta della val di Fassa dopo 5 ore di viaggio giungo a
Canazei e mi sento già il clima della grandissima competizione a cui prendo
parte.
Siamo già
Sabato mattina e dopo un giro sulla Marmolada ritorno verso Canazei per
ritirare il pacco gara con il pettorale e gli adesivi per i bastoncini (anche
quest’anno come nel 2018 dobbiamo lasciarli alla Forcella Pordoi)
La giornata
di Sabato passa molto velocemente e alle 18 mi presento in Piazza Marconi per
la grande festa che è la presentazione della gara e dei migliori 10 uomini e
donne pretendenti alla vittoria!
Finita la
presentazione inizia a piovere e decido di saltare il briefing che tanto non
c’è nulla di nuovo dall’anno precedente e comunque la notte è lunga e se il
tempo inclemente ci impedirà di andare in cima alla piramide del Piz Boè ci
verrà detto prima della partenza!
Domenica
mattina sveglia presto per terminare gli ultimi preparativi e fare una buona
colazione. Anche sa la sveglia è stata “all’alba”, in un batter d’occhio sono
già le 7.15 ed è ora di andare in Piazza per vedere che news ci sono dal Pordoi
dopo una notte in cui è piovuto parecchio, giunto in partenza, a parte una
temperatura non caldissima sembra tutto regolare si arriverà in CIMA!!!
I minuti
passano e la piazza si riempie di atleti pronti a darsi battaglia sui 22 Km del
percorso di gara, tra la folla si sente parlare di ogni cosa, da chi prega a
fin che il sole asciughi le rocce dopo il rifugio Boè, altri che per non
pensare alla fatica che andranno a fare parlano delle prossime gare a cui sono
iscritti…
Tutte queste
parole scompaiono quando lo speaker annuncia che mancano 2 minuti alla partenza
e tutti iniziano a cercare la propria concentrazione e si attende l’arrivo
dell’elicottero che riprenderà la gara per la diretta live streaming…
Tutto è
pronto, la musica si alza, il countdown ha inizio….5…4…3…2…1…viaaaaa in
partenza vedo la fortissima orientista Judith Wider che cade poche persona
davanti a me la evitiamo ma lei si alza velocissima e inizia la sua rincorsa
alla testa del gruppo, io parto con un buon ritmo ma ( almeno così credo) più
lento di quello del 2018, ma è solo un’apparenza giungerò a passo Pordoi con
circa 1 minuto di vantaggio sul mio tempo dello scorso anno!
Arrivato al passo
bevo solo un bicchiere di sali e mangio un pezzo di banana e riparto subito
alla volta della Forcella dove mi attendono le famose Z su cui l’anno scorso ho
fatto parecchio fatica ma quest’anno trovo fin da subito un buon ritmo e cerco
di salire in modo continuo senza fermarmi e senza fare grosse accelerazioni,
voglio mantenere
un po’ di energie per la successiva salita e soprattutto per i
12 km di discesa.
Finalmente sono
al tratto finale del sentiero che conduce fuori dal Couloir dell’ inferno, con
un grandissimo Maurizio Torri ( speaker di Sport di Montagna) che ci spinge, ci
incita a non mollare mai e anche quest’anno l’organizzazione non ci ha fatto
mancare il famoso passaggio trai due muri di neve che rende ancora tutto più bello.
Arrivato in
cima lascio i bastoncini, mangio qualcosa e riparto alla volta del Rifugio Capanna
Piz Fassa (3152) punto più alto della gara, nel tratto di trasferimento ‘’ in
piano’’ c’è parecchia neve che mi rallenta un po’ ma allo stesso tempo mi
permette di riprendere fiato e rinfrescarmi i piedi per poi attaccare sempre
con regolarità la salita al rifugio. In questa ascensione parecchia gente mi
sorpassa ma molti di questi li vedrò al rifugio che stentano a ripartire mentre
arrivato in cima bevo e magio qualcosa e mi lanci subito in discesa recuperando
alcune posizioni perse nella salta, sento che le gambe stanno bene e dopo aver
passato le scalette inizio a spingere fino al rifugio Boè dove mi concedo un
bicchier d’acqua per poi ripartire.
Ripartendo verso
l’ultima “cima” prima di iniziare la picchiata in val Lasties e inizio a
sentire qualche crampo ma passano quasi subito appena dopo la sosta in cui mi
sono tolto un po’ di sassolini da una scarpa, con le gambe “a posto” (per
quanto possono esserlo) inizio la discesa verso Canazei.
Dopo la delusione
dell’anno scorso in cui ho fatto una faticaccia a scendere, quest’anno sento le
gambe più reattive e fresche, mi lascio andare e scendo a tutta cercando di
frenare il meno possibile e lasciar girare le gambe e cosi va tutto bene fino
all’ultimo ristoro di Pian Schiavaneis dove fatico un po’ a riprendere il ritmo
forse non avrei dovuto fermarmi, ma in quel momento mi sembrava la cosa
migliore da fare per riprendere un po’ di energie in vista dei chilometri
finali.
Dopo aver
ripreso un’andatura decente devo affrontare l’ultimo strappo in salita di giornata
e per poi entrare in un bosco con un sentiero parecchio bagnato e con mille
insidie dovute hai sassi e alle radici bagnate ma mi sento a mio agio e recupero
alcune posizioni.
Arrivo nell’ultimo
chilometro e due atleti da dietro mi passano ma non gli lascio prendere il largo
e appena arriviamo sull’asfalto inizio a spingere e raggiungo due atleti
davanti a me, poi arrivo sul rettilineo finale in cui l’atleta davanti a me prende
per mano i suoi bimbi e corre l’arrivo con loro mentre io e un altro lo
passiamo sui lati esterni e tiriamo fuori tutto quello che avevamo per uno sprint
che sembrava non terminare mai!
Chiudo la
mia prova in 3:36:22, 13 minuti in meno sul tempo del 2018, ed entro nei
primi
400 uomini chiudendo al 395° posto.
Ora la mia
attenzione volge alla prossima gara che sarà il 3/8 a Courmayeur da cui partirò
per la Mont Blanc Skyrace.
Nessun commento:
Posta un commento