Siamo alla 5° edizione del Vertical Courmayeur - Mont Blanc e dopo 4 anni con
il naso all’insù a vedere questi atleti che corrono verso la terrazza dei ghiacciai, decido che per la 5° edizione ci sarò anche io tra i partenti
di questa gara che riscopre le origini dello Skyrunning (ovvero partire dal
centro dei paesi per raggiungere la vetta delle montagne).
Anche se per
questa gara si raggiungeranno “solo”, si fa per dire, i 3462m di Punta
Helbronner e non arriveremo hai 4810 m del Monte Bianco, resta una gara molto
dura ma che ti regala degli scorci veramente unici in vero stile SKY.
Sabato mattina
alle 7.00 siamo tutti in piazza a Courmayeur per ascoltare le ultime direttive
dall’organizzazione sull’uso o meno dei ramponcini, fortunatamente non servono
(un peso in meno da portarmi dietro).
Manca pochissimo
alle 7.30, siamo tutti schierati, in fianco a me ho la medaglia d’argento del
K1000 di venerdì sera (Davide Cheraz team Salomon che il prossimo week end sarà al via della Sierra Zinal ) e davanti a me c’è Daniel Antonioli (team La Sportiva), uno
dei più accreditati alla vittoria (dopo che Kilian e Nadir hanno rinunciato a
prendere il via).
Finalmente il
la gara ha inizio e si parte davvero a tutta corro il primo kilometro in 4’02’’
ma ovviamente sappiamo tutti che è un ritmo impensabile da tenere fino all’inizio dello sterrato, quindi mollo subito il colpo e lascio che i forti atleti
al via se la vedano tra di loro mentre io cerco una certa regolarità di azione
che poi mi permetta di salire agevolmente verso il rifugio Pavillon dove è
posto il primo cancello orario che si chiude alle 9.30.
Dopo una
dura salita, che francamente mi aspettavo più corribile, arrivo a Pavillon in circa
1 ora e 13’, qui dopo aver mangiato qualcosa al ristoro, indosso il mio
caschetto e parto alla volta del pilone alto dove è posto il secondo cancello
che si chiuderà alla 10.30, ma avendo circa 45’ di vantaggio sul primo cancello
sono certo di passare anche il secondo, questo però non mi esime dal spingere
per cercare di fare un buon tempo senza però dimenticare che dal ristoro alla
cima sono solamente 3.6 km ma con uno sviluppo verticale di circa 1306 m di
dislivello con una quota che passa da 2145 m a 3451 m, una cavolata insomma.
Nella salita
verso l’ultimo pilone della Skyway si puo’ ben notare che il sentiero percorra
un lunghissimo zig zag e salga più o meno dolcemente mentre il nostro tracciato
passa sulla linea di massima pendenza.
Con l’arrivo
al pilone mi mangio una barretta e mi idrato, abbandono i bastoncini all’organizzazione
e (purtroppo) si abbondona anche il prato per iniziare la salita sui roccioni
di granito del Monte Bianco.
La salita continua tra
corde fisse, sassoni, passaggi in arrampicata, sassi che cadono e le guide
alpine che incoraggiano e guidano tutti gli atleti sul sentiero e ci aiutano nei tratti più difficili ed
esposti, raggiungiamo in rifugio Torino vecchio dove veniamo accolti da un
gran tifo dai volontari che sono addetti al ristoro, butto giù una bustina di
miele, bevo un bicchiere d’acqua e riparto subito verso il sentiero che mi porterà
al rifugio Torino (ultimo step prima del sognato traguardo).
Passo in
velocità il Torino Nuovo, vedo davanti a me 5 concorrenti e mi pongo l’obiettivo
di andare a riprenderli e passarli, piano piano cercando di non fermarmi mai e
accennando a qualche passo di corsa inizio a raggiungerli e a passarli sopravanzarli.
Dopo aver passato
questi 5 vedo un altro atleta non molto distante da me, io continuo sempre con
il mio passo e giungiamo alle scale per salire a Punta Helbronner praticamente
appaiati, purtroppo lui riesce ad entrare all’interno del rifugio, dove dovremmo
percorrere 3 tre piani di scale per poter raggiungere la terrazza dei ghiacciai
più alta dove è posto l’arrivo, su queste rampe di scale è molto difficile superare
quindi devo accontentarmi di restare dietro di lui!
Come prima
apparizione a questo evento sono molto soddisfatto! Sono arrivato a Courmayeur
con solo un’occasione di salire sopra quota 3000m con la Dolomyths Run Sky e
quindi non aver patito la quota durate la gara mi da grande morale.
Giungo al
traguardo dopo 3:16:22 dalla partenza di Courmayeur in 90 posizione di
categoria, 235 nella generale con oltre 400 atleti al via.
Sicuramente questa
è un’esperienza che mi resterà nel cuore così come l’emozione che ho provato nel
raggiungere un luogo che per tantissimo tempo ho creduto fosse raggiungibile solo per
gli alpinisti, ancora adesso mi fa venire la pelle d’oca al solo pensiero.
L’anno
prossimo certamente sarò ancora al via di questa gara e chissà magari farò un
pensiero alla combinata con il K1000 in notturna del venerdì.
Ma adesso bisogna
guardare all’immediato futuro che mi vedrà al via del Gran Paradiso Raidlight
Trail nel suo percorso Ultra!
Di seguito vi
metto il link di un video girato con una go pro l’anno scorso dove si vede quasi
interamente il percorso (quest’ è cambiato leggermente nella parte iniziale su
asfalto)
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